La Francesca da Rimini nella versione di Antonio Petito è un testo anticipatore di molta drammaturgia novecentesca, soprattutto del “teatro nel teatro” di marca pirandelliana. Petito immagina una zuffa tra attori che impedisce la recita, proprio nel momento in cui si sta per andare in scena. Il sipario non si solleva e il pubblico attende trepidante. È a questo punto che si abbatte la “quarta parete” che divide simbolicamente gli spettatori dagli attori sul palcoscenico.