Nel monologo viene esplorata la professione del portiere descrivendone sia i lati positivi che quelli negativi e le frustrazioni derivanti dall'attesa che qualche giocatore tiri nella sua porta. «Per la tv ho diretto un atto unico che s'intitola la "Solitudine di un portiere". Racconta della tragedia di un estremo difensore che, avendo reso cornuto il suo terzino destro, si ritrova inoperoso per tutte le successive partite, dal momento che il compagno comincia a spazzare via avversari uno dopo l'altro e non gli permetterà più di parare. Che terribile noia...» Andrea Camilleri, da un'intervista a La Gazzetta dello Sport, 3.4.2004